Storia del Servizio Civile Nazionale

Dal Servizio civile obbligatorio al Servizio civile nazionale volontario.
La storia del Servizio Civile Nazionale affonda le sue radici nella storia dell’obiezione di coscienza di cui è il naturale erede in un rapporto di continuità che non lascia né vuoti né rimpianti.

Nel 1972 – sotto la spinta delle azioni di protesta condotte dalle organizzazioni non violente, del crescente interesse dei cittadini nei confronti dell’obiezione di coscienza e del gran numero di giovani disposti ad affrontare il carcere pur di non prestare un servizio armato – il governo approvò la legge n. 772 “Norme in materia di obiezione di coscienza”, che sanciva il diritto all’obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici ed istituiva il servizio civile sostitutivo del servizio militare e, pertanto, obbligatorio.
La legge dedicava un solo articolo su 17, alle finalità e all’organizzazione del servizio civile, istituito chiaramente per trovare un impiego agli obiettori.
L’esperienza iniziale di poche decine di coraggiosi, diventa alla fine degli anni ’80 l’esperienza di migliaia di giovani anche grazie alla sentenza della Corte Costituzionale (1989) che parifica la durata dei due servizi militare e civile: inizia l’esplosione numerica degli obiettori che raggiunge nel 1999 la cifra di 110.000 domande.
Nello stesso tempo, in modo silenzioso ma sistematico, l’offerta di servizio civile passa da poche decine di associazioni dei primi anni ’80, agli oltre 3.500 Comuni abilitati a impiegare obiettori, alle decine di Università, alle oltre 200 Unità Sanitarie Locali, alle 2.000 associazioni locali di Terzo Settore (fine degli anni ’90).

Il Servizio Civile diviene una risorsa sociale per il Paese.

L’8 luglio 1998, il Parlamento vara la legge n. 230 “Nuove norme in materia di obiezione di coscienza”: l’obiezione di coscienza viene riconosciuta diritto del cittadino.
La norma, che abroga la legge 772 del 1972, all’art. 1 statuisce: “I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell’esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione (omissis) opponendosi all’uso delle armi, non accettano l’arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria”.

Contestualmente l’amministrazione di questo servizio viene sottratta al Ministero della Difesa ed affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove viene costituito un apposito Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.
A riconoscimento dell’importanza di un coinvolgimento dei vari attori del Servizio civile viene creata la Consulta Nazionale del Servizio Civile ove siedono i rappresentanti delle Amministrazioni Centrali dello Stato, i rappresentanti dei principali soggetti di terzo settore, dei Comuni Italiani e degli obiettori. La legge istituisce, inoltre, il Fondo nazionale per il Servizio Civile nel quale confluiscono i fondi prima gestiti dal Ministero della Difesa e nel quale possono essere versate donazioni pubbliche e private finalizzate alle attività che si intendono sostenere.
La legge, votata dopo 11 anni di dibattito politico (1987-1998), viene approvata alla vigilia della riforma che porterà ad un nuovo sistema di Forze Armate su base esclusivamente volontaria.
Tale riforma, fortemente innovativa, è attuata dal Parlamento il 14 novembre 2000 attraverso la legge 331 “Norma per la istituzione del servizio militare professionale”; tale norma fissa al 1° gennaio 2007 la data di sospensione della leva obbligatoria che successivamente viene anticipata al 1° gennaio 2005 (legge 23 agosto 2004 n. 226).

Le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in un andirivieni di luci ed ombre, in oltre 25 anni di attività, hanno tuttavia costituito una risorsa rilevante delle politiche sociali, soprattutto in ambito assistenziale verso gli anziani, i disabili, i minori, concorrendo altresì alla formazione dei giovani verso profili professionali orientati al principio costituzionale della solidarietà sociale; uno strumento innovativo per le politiche ambientali e di cooperazione internazionale; una esperienza di nuovo patto di cittadinanza fra giovani e istituzioni, dove doveri di socialità, che trovano nuove forme di espressione, e diritti individuali trovano un punto di equilibrio.

Il 6 Marzo 2001 il Parlamento Italiano approva la legge n° 64, che istituisce il Servizio Civile Nazionale; un Servizio volontario aperto anche alle donne, concepito come opportunità unica messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 26 anni, che intendono effettuare un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale attraverso l’esperienza umana di solidarietà sociale, attività di cooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale.

Una legge pensata per agire in due tempi:
– una prima fase nella quale convivono due servizi civili, uno “obbligatorio” per gli obiettori di coscienza ed uno per i “volontari”;
– una fase successiva destinata ai soli volontari di entrambi i sessi.

La prima fase è iniziata il 20 Dicembre 2001, con l’impiego di 180 donne e 1 uomo, impegnati in progetti di Servizio Civile Nazionale “volontario” presentati da 4 enti di Terzo Settore e 1 Comune.
In un crescendo inaspettato ed incontenibile nel 2002 il numero di progetti attivati è salito a 811 con 7.865 volontari avviati in servizio.
Nel 2003 si è passati a 2.023 progetti con una partecipazione di 22.743 giovani.
Nel 2004 l’impiego è stato di 32.211 volontari per 2.970 progetti.
Nel 2005 il numero di volontari avviati al servizio sale a 45.175 per 3.451 progetti.

Il 5 aprile 2002 viene emanato, in ottemperanza al disposto di cui all’art. 2 della Legge 64/01, il Decreto legislativo 77 con cui viene regolamentata la materia.

Nel febbraio 2004 viene costituito il Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta con il fine di individuare indirizzi e strategie di cui l’UNSC possa tenere conto nella predisposizione di forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta.

Il 23 agosto 2004 viene promulgata la legge n. 226 che anticipa al 1° gennaio 2005 la sospensione della leva obbligatoria. Tale data segna di fatto l’inizio della seconda fase di applicazione della legge 64 del 2001 che porterà alla gestione dei soli “volontari” di SCN.
Inizia la nuova era del Servizio Civile Nazionale.

Dal 1° gennaio 2005 entra in vigore -ai sensi dell’art.2 del D.L. 9 novembre 2004 n°266- l’art. 3 comma 1 del d.lgs n°77 del 5 aprile 2002 che innalza il limite di età dei volontari a 28 anni.

Con la pubblicazione del Decreto legge 30 giugno 2005, n° 115 cala definitivamente il sipario sulla lunga ed accesa vicenda della obiezione di coscienza, consentendo agli obiettori in servizio, la possibilità di concludere la propria esperienza di Servizio civile obbligatorio al 1° luglio 2005 anticipando la naturale scadenza prevista ad ottobre 2005.

Il 2005 è quindi l’anno nel quale anche ai ragazzi è concesso di partecipare volontariamente al SCN: si passa dal 6% di adesioni maschili del 2004, al 25% del 2005.
Nel 2005 l’UNSC avvia al servizio 45.175 volontari impiegati in 3.451 progetti che coinvolgono 1.601 enti in attività espletate in Italia e all’estero. I progetti all’estero, poco più del 2%, contribuiscono ad esportare gli ideali di pace e fratellanza della nostra democrazia. I giovani sempre più coinvolti, partecipi e motivati inviano racconti delle loro esperienze: dalla testimonianza semplice e coinvolgente di quattro ragazze, nasce il primo libro edito dall’UNSC, “I sei sensi dell’India” che ci trasmette, attraverso il racconto e le immagini della quotidianità, i sentimenti e le emozioni di questa significativa esperienza.

Nel 2006 il Servizio Civile Nazionale festeggia il suo primo lustro di vita. Il consenso dei giovani è cresciuto di anno in anno: dai 181 ragazzi del 2001, si è passati ai 45.175 del 2005, per arrivare ai circa 50.000 previsti a fine 2006.
Si cominciano a raccogliere le prime tesi di laurea sul tema “Servizio Civile Nazionale” che testimoniano il desiderio dei giovani di approfondire la conoscenza del vero significato del “servizio”, delle problematiche e dei valori connessi a questa esperienza tutta italiana che è il Servizio Civile Nazionale.
Una esperienza che, attraverso il Protocollo d’intesa 26 gennaio 2006 “Intesa tra l’ufficio nazionale per il servizio civile, le regioni e le province autonome per l’entrata in vigore del D.lgs. 77 del 2002″, si ripartisce in termini di gestione sul territorio nazionale attraverso l’attribuzione delle competenze a Regioni e Province autonome.

Altro evento di particolare rilievo nel 2006 è rappresentato dai 2 volontari che prendono posto in seno alla Consulta Nazionale per il Servizio Civile, sostituendo i rappresentanti degli obiettori di coscienza. Nel marzo 2006 i 40.485 giovani in servizio, invitati a votare attraverso l’utilizzo del voto elettronico, hanno infatti designato 124 Delegati regionali dei volontari di SCN. Questi, a loro volta, hanno eletto i 2 Rappresentanti che, in carica per 2 anni in qualità di membri, porteranno in seno alla Consulta le istanze dei “ragazzi di SCN” e le proposte per costruire insieme un servizio alla comunità sempre più sentito e partecipato.
La partecipazione civica attraverso il volontariato e l’associazionismo di promozione sociale è uno dei tratti più significativi della storia del nostro Paese. Questa partecipazione, che si manifesta ogni giorno e diventa impressionante nelle emergenze della storia nazionale, ha radici profonde, secolari e trova linfa nei valori religiosi e laici di solidarietà, eguaglianza, giustizia sociale, partecipazione diretta.
In tale contesto il Servizio Civile Nazionale costituisce una singolare modalità di partecipazione che coniuga i principi costituzionali di solidarietà, difesa della patria, crescita personale.

Le istituzioni della Repubblica Italiana non creano lo spirito della partecipazione civica, ma hanno la responsabilità di dargli sostegno e di incoraggiare chi la vive. La legge 6 marzo 2001 n° 64 “Istituzione del servizio civile nazionale” è il segno di questa responsabilità.